L’uso della metrica che non si incanala in una costante precisa, la quale rischierebbe di stravolgere la genuinità delle liriche, è qualche cosa di nuovo perché appartiene a Poeti considerati “minori” del ‘900 italiano e che minori non sono, poiché il peccato sta nel fatto che sono conosciuti universalmente ma poco studiati nelle scuole.
Non faremo paragoni né confronteremo nomi con le poesie di Valentina Martini, la quale ha il pregio di avere cessato la lunga processione, oramai stancante, di Poeti che si sforzano a tirar fuori immagini dal quotidiano, fantasticando stelle inesistenti con l’unico risultato di sbeffeggiare l’Infinito di Leopardi.
Belle le onomatopee, gli epiteti, i riferimenti classici (la sirena che lusinga il vecchio, la ninna nanna morganica dei tempi arcani, solo per citarne alcuni).
Nella prima lettura si è coinvolti nella girandola di parole che accompagnano come ludico e vorticoso momento di un emozionante giro di giostra.

Come in Domenica mattina: quelle barche a vela che imburrano il mare… sono così deliziosamente lontane dai soliti “solcano”, “tagliano”, “attraversano”. Verbi spossati e scontati che regalano semplicemente una brutta sorpresa, ovvero la noia di non ricercare la parola.
Ma forse anche qualche cosa di peggio; la totale assenza di ispirazione.
A proposito di ispirazione e appurato che la Poetessa conosce il Classicismo, possiamo affermare che le Muse non hanno lasciato sola Valentina Martini.
Degna, come oggi lo sono in pochi, del dolce alloro dei Poeti.

 

Titolo: Il tintinnio non smette

Autore: Valentina Martini

Brossura, pag. 48

Prezzo: € 10,00

Edizioni Il cuscino di stelle

ISBN: 978-88-32014-18-1