Buongiorno lettori,

 

Il sole è alto in questo venerdì estivo, il week end ormai è vicino e così anche le ferie!

 

Oggi, in questo clima rilassante, ho deciso di parlarvi dell'incontro che ha portato alla nascita di Drink&Read.

 

Il romanzo che stavo leggendo un anno fa sul balcone era il celeberrimo Buio oltre la siepe di Harper Lee, nella traduzione di Amalia D'Agostino Schanz.

Lo avevo da poco trovato nella casa di montagna, abbandonato a se stesso dalla morte di mia nonna; era il momento di riprenderlo in mano per leggerlo in classe insieme ai ragazzi.

 

Per chi non lo conoscesse, Il buio racconta le vicende della giovane Scout Finch, di suo fratello Jem e di suo padre Atticus, un avvocato dell'Alabama.

Il romanzo è ambientato negli anni '30, quando negli Stati del sud la convivenza fra cittadini bianchi e neri era caratterizzata da forti pregiudizi. Non è così per la famiglia Finch, che, grazie alla guida di Atticus, prova a guardare ogni abitante di Maycomb per ciò che è, indipendentemente dalla provenienza o dal colore della pelle.

La fissità e le abitudini degli abitanti verranno sconvolte dall'accusa di violenza rivolta da Bob Ewell contro Tom Robinson, un bracciante nero, che verrà poi difeso in tribunale da Atticus in persona.

Accanto alle vicende giudiziarie, troviamo anche un mondo di curiosità e ingenuità, è il mondo di Scout, Jem e dell'amico Dill, che si avvicineranno alla realtà abbandonando sempre di più il filtro della fantasia fanciullesca.

Ho letto il Buio tutto d'un fiato la prima volta, mi ha fatto provare tantissime emozioni contrastanti: rabbia bruciante per le ingiustizie, divertimento durante le avventure di Scout vestita da prosciutto, una malinconia dolce-amara alla conclusione del testo.

Credo che per leggere questo testo e assaporare al meglio ogni velatura, nulla sia più indicato di una tisana ai frutti di bosco. Essa ha un aroma dolce e travolgente, che accompagna ogni sorso e inebria l'olfatto; al contempo però è composta da frutti acidi, che lasciano spesso un gusto aspro in bocca, proprio come alcune vicende che il libro racconta in modo dettagliato, permettendo al lettore di sentirsi a Maycomb, nel 1933.

 

Vi invito, perciò, a leggere questo meraviglioso romanzo e ad accompagnarlo con una bella tisana ai frutti di bosco.

Vi saluto lasciandovi una citazione del romanzo, che penso racchiuda l'ingenuità positiva di Scout e il pregiudizio insito nei loro concittadini.

 

 

All’interno del contest artistico “Mi fa un baffo il gatto nero” edizione 2022, ecco i nomi degli autori finalisti nelle sezioni poesia e narrativa.
 
Sezione poesia:
Fiorenza Finelli - Meraki
Luca Isoardo – Raggomitolato
Sara Montali – Fiori di campo
Andrea Petricca - La coscienza di Euterpe
Luca Vincenzo Simbari – Il sole in una mano
Giuseppe Vecchi – Apeiron
 
Sezione narrativa:
Mauro Bortoli – Tutti su da terra
Donatella Dariol – Mille vite, dentro
Armando Iadeluca – La compagnia del ciuccio
Pietro Iadeluca – L’uomo del campanile
Fabio Rossi – Il campanile e altre storie
Giuseppe Surico – Il carraro
 
La cerimonia di premiazione si terrà presso la Casa del Cinema (Largo Marcello Mastroianni, 1 all’interno di Villa borghese - Roma) sabato 26 novembre, ore 15,30
Grazie e complimenti a tutti
Il cuscino di stelle
 
 

 

Cos’è per te la comunicazione?

È l’unico modo che abbiamo per dire che esistiamo, per confermare, in un certo senso, la nostra presenza in questo mondo. Attraverso la comunicazione raccontiamo di noi, di ciò che siamo e sentiamo; una canzone, un sorriso, un testo narrativo, una poesia, un saggio... tutto comunica! Anche quando stiamo in silenzio, comunichiamo.

Può unire o dividere, dare o togliere, costruire o distruggere, avvicinare o allontanare per sempre: la comunicazione è un ponte fatto di vetro, fragile, e come tale va trattato.

 

Che cosa ispira le tue opere?

Gli spunti arrivano sempre senza preavviso e nei modi più diversi. Adoro osservare le persone e questo mi aiuta molto, perché dietro il volto di uno sconosciuto vedo (o meglio... non riesco a non vedere) un mondo in fermento: mi chiedo sempre a cosa pensi una persona, cosa provi, come sia la sua quotidianità, di che colore sia il mondo che vede; basta un’espressione, un incedere particolare, una frase catturata al volo, un tic... tutto può essere il pretesto che si trasforma in una storia, darmi l’idea e spingermi poi a metterla nero su bianco.

Anche i bambini, come i sogni, sono fonte inesauribile di suggerimenti. Non so se sia una coincidenza, ma non credo...

 

Cosa ti motiva nel tuo lavoro? E cosa consigli a chi vuole intraprendere la tua stessa strada?

Scrivo per passione, prima ancora che per lavoro.

Non so se sia opportuno dare consigli a chi decide di iniziare a scrivere: quando chiama, ogni passione lo fa sempre in modo diverso per ciascuno di noi, e ogni consiglio quindi potrebbe essere inadeguato o, peggio, fuorviante.

Nel caso della scrittura, personalmente credo che convenga fare solo una cosa: assecondarla, questa passione; anche se questo vuol dire alzarsi in piena notte e cercare, al buio, carta e penna per buttar giù una frase, proprio quella lì... sì, perché sai che se non la scrivi subito, la notte se la porta via e l’hai perduta per sempre.

L’unico consiglio che mi sento di dare, forse, è quello di leggere, leggere tanto, soprattutto i grandi autori, dai quali si può imparare l’impossibile.

 

Una domanda che avresti sempre voluto ricevere e perché?

In realtà non ce n’è nemmeno una... credo mi sia stato chiesto tutto, anche se non sempre sono stata in grado di dare le risposte. È difficile, a volte, dare le risposte.

 

Biografia

Donatella Dariol nasce a Treviso nel 1977 e vive a Carbonera (TV).

Non avendo potuto studiare a suo tempo, arriva al diploma nel 2013 frequentando un corso serale per adulti lavoratori: una sfida impegnativa coronata da una grande soddisfazione.

Da sempre ama leggere e da qualche anno si dedica con passione anche alla scrittura. Una passione, quest’ultima, nata dalla scoperta del percorso proposto a Padova da MacAdam - MacAdemia di Scritture e Letture di Fabio Fracas: uno scrigno prezioso, che va ben oltre il concetto di scuola e che le apre orizzonti straordinari. Così si rende conto di aver letto tanto nel corso degli anni, ma a volte con le lenti sbagliate.

Nel 2011 partecipa per la prima volta a un concorso letterario, classificandosi al primo posto nella sezione narrativa, e dal 2015 inizia a proporre i propri testi a vari premi letterari ottenendo numerosi riconoscimenti. Fra gli altri, il primo posto nella sezione narrativa inedita del Concorso internazionale di arte e letteratura “Pietro Iadeluca & Amici” - edizione 2018.

“Mille vite, dentro” è la sua prima pubblicazione.

 

Nata a Genova, laureata in Lingue Straniere, Anna Pranzo-Zaccaria vive a Milano dove ha insegnato per vari anni nelle Scuole Superiori statali.

É coautrice di due testi scolastici e autrice di poesie ("Di Sasso in Sasso", ed. 2008 e "Poesie di un Tempo", ed. 2015).

Accostandoci alla lettura dell'Opera “Il tempo dolce e acre” si percepisce che non ci si trova davanti a una burla poetica ma a qualche cosa di straordinario e commovente. Anna Pranzo ci regala quadri viventi che hanno il potere di esulare dalla pagina scritta e donare odori, sensazioni ma soprattutto risvegliare quella parte inconscia che è integrante nel vissuto di un essere umano il quale abbia avuto la sensibilità di vivere l’Amore, il Dolore, la Lontananza e il Distacco senza divenirne schiavo o peggio ancora incapace di sentire. L'Autrice tratta questi impulsi con la bellezza della nostalgia. Una nostalgia edotta e consapevole, una nostalgia drammatica e toccante, senza mai scivolare nel patetico o lamentoso

 

1) Cosa è per te la comunicazione?

Per "comunicazione" intendo partecipazione di  pensieri, sentimenti, emozioni, la capacità e l'azione di mettersi in contatto con altri,  di aprire il proprio cuore, e il "mezzo" con cui ciò avviene.  La poesia, spesso, è proprio questo "mezzo".

2) Cosa ispira le tue opere?

Mi ispirano persone e luoghi amati,  eventi reali  ora lieti ora dolorosi.

3) Cosa ti motiva nel tuo lavoro? E cosa consigli a chi vuole intraprendere la tua stessa strada?

Questa è una "strada" per la quale ci si avvia senza quasi rendersene conto.  Non si tratta di una professione,ne' di un mestiere. E' un'inclinazione dell'anima. Perciò potrei solo consigliare di agire spontaneamente, senza calcoli o secondi fini. ( Per ciò che mi riguarda la sola strada da me "intrapresa" è stata quella di insegnante.)

4) Una domanda che avresti sempre voluto ricevere e perché?

Non vi è una domanda che vorrei seriamente mi avessero fatto... ...."Poesia dimenticata "

  1. Visto che la cucina è ispirazione, quale ingrediente ti ispira, e perché?
  2. Diventare chef è sicuramente frutto di una passione, con quale piatto la rappresenteresti?
  3. Cosa suggerisci a chi vuole intraprendere il tuo stesso mestiere?
  4. Una domanda che avresti sempre voluto ricevere (ma che non ti è stata mi posta) e perché?

 1

La cucina è ispirazione? La cucina per me è vita. Tutti gli ingredienti si mescolano al ricordo e alle emozioni. Ogni piatto è solo il frutto di tutte queste alchimie

 2

Ad oggi non ho un piatto che mi rappresenta ma uno stile tutto mio, in continua evoluzione, fatto di gusto pieno e semplicità, dove la materia si deve per forza coniugare alla tecnica, la bellezza all’essenzialità dell’eleganza e la mia grande passione infuocarsi al desiderio dei miei commensali. Cucino di rifesso si alle stagioni, ma ascolto principalmente le emozioni, i ricordi, i brividi, attimi così veloci che se riesci veramente a fermarli in un piatto allora quel piatto sarà un capolavoro di gusto.

 3

Cucinare è il lavoro più bello che c’e’. Cucinare è un compito, a volte una missione. Coccolare chi siede alla tua tavola è gesto di infinito amore

 4 Sei così attaccato ed innamorato del tuo lavoro, c’è qualcosa che potrebbe farti cambiare idea ed abbandonare tutto?

Impossibile. Mi nutro dello stress che generano le responsabilità che mi sono preso, mi nutro della “violenza” di questo mondo, vivo per rendere felici le persone che siedono alla mia tavola, adoro il rumore delle padelle che sfrigolano, dei pentoloni che sbuffano, del caldo ti penetra le ossa, dipendo totalmente al mondo che mi circonda.

 

Se volete prendere qualche mia info c’e’ scritto qualcosa su un articolo appena uscito su informacibo.

Paola Felice nasce a Tortona in provincia di Alessandria il 15 giugno del 1968. La passione per la scrittura la visita molto presto. Appena impara a leggere capisce che ama scrivere. Dopo la maturità artistica e un diploma in tecnologia intraprende la strada del lavoro artigianale e creativo nel campo dell'alta gioielleria a Valenza. Apre un laboratorio di taglio di pietre preziose tutto suo, e lì prosegue per questa strada per lungo tempo. Scrive per hobby, ma Internet la spinge a condividere le prime frasi, i primi aforismi. Viene notata da due admin di pagine Facebook con numerosi iscritti, e inizia a scrivere per queste pagine web. Da qui l'ambizione del primo libro una raccolta di aforismi pubblicato nel 2014 "Ho cercato nei vostri cuori". "Quando eravamo insieme pioveva meglio"è la sua seconda pubblicazione.

1)  Cosa è per te la comunicazione?

La comunicazione è fondamentale in ogni settore. Comunicazione è scorrere, condividere, richiedere e dare attenzione, è trasmettere parte di se stessi e aprirsi alla ricezione degli altri.

2)  Cosa ispira le tue opere?

  Le mie opere sono ispirate da qualche immagine che mi ha colpito, o molto più spesso, da una parola letta o ascoltata. Esempio, se leggo la parola "ombra" ecco che scaturisce immediatamente un pensiero a essa collegato.

3)  Cosa ti motiva nel tuo lavoro? E cosa consigli a chi vuole intraprendere la tua stesa strada?

Il mio lavoro è motivato da una specie di febbre. Non posso fare a meno di trascrivere le sensazioni che raggiungono il mio pensiero e si trasformano in parole. A coloro che amano la scrittura consiglio di approfittare di internet, creando un blog, una pagina facebook, un sito, anche un profilo instagram sul quale annotare il loro lavoro per poterlo rendere pubblico.

 4)    Una domanda che avresti sempre voluto ricevere e perché? 

 Quando hai sentito per la prima volta la presenza della tua anima? Questa è la domanda che mi piacerebbe ricevere per poter rispondere che : " Avevo quattro anni e stavo camminando scalza su una stradina erbosa di campagna. Guardavo il sole che scendeva e ho sentito la me Interiore spiegarmi che quella era la felicità. Quel momento, quell'esatto momento è stato il più emozionante della mia vita."

NOTE BIOGRAFICHE:

Sono un autore siciliano (classe 1972), sposato e padre di due adorabili pesti. Vivo a

Campobello di Licata, a pochi chilometri da Vigata. Sono laureato in Economia e in

Pianoforte e servo le "patrie amministrazioni" in qualità di impiegato. Suono il pianoforte, le

tastiere e la fisarmonica. Amo giocare a scacchi e master mind. Curo e coccolo il coro

parrocchiale. Sono appassionato di quiz televisivi, dove faccio ogni tanto qualche capatina.

Non amo le mezze misure e mi piacciono le sfide. Sono cocciuto e perfezionista. Il mio motto

è "o tutto o niente".

Scrivo soprattutto di notte e amo leggere qualsiasi cosa: dagli scontrini ai trattati... i Rosa

però no. Preferisco thriller e fantascienza distopica. Non amo la tivù, gli ipocriti, i fanatici e i

presuntuosi. Scrivo per Fantascienza.com, Prima PaginaOnline, L’Araldo e LPL-News24

curando le notizie di scienza e tecnologia. Curo il blog “frittura di paranza – Scienza,

tecnologia e altre notizie succulente”.

Ho vinto o mi sono classificato nei primi tre posti in numerosi concorsi letterari nazionali ed

internazionali. "Soccer Town" è il mio romanzo d’esordio.

PUBBLICAZIONI (NON A PAGAMENTO):

_ SOCCER TOWN - 2015 I Sognatori - ISBN 9788895068725

Anche in formato ebook - ASIN: B01B3UCHTC

_ HERO –  coming soon (aprile 2017)

_ RACCONTI 2.0 – 2017 Ferrari Editore … coming soon (novembre 2017)

_ Alcuni racconti sono stati inseriti nelle antologie (NOEAP):

"Racconti d’estate” – 2013 Ensemble Edizioni – ISBN 9788897639879

"FIGLI MIEI" – 2014 Montegrappa Edizioni – ISBN 9788895826400

“Io Posso volare” – 2015 Edizioni L’Erudita – ISBN 9788867700905

"L'albero dell'inchiostro" – 2015 LCE Editore – ISBN 9788897226475

“mi rischio tutto!" – 2015 Centro Alfredo Rampi – ebook

"Fantasticamente - Echi oltre confini" – 2016Gutemberg#lab editore – ISBN

9788890822292

C U R R I C U L U M L E T T E R A R I O

RICONOSCIMENTI:

2013

_ Finalista al Premio Ensemble 2.0 - Roma

_ Finalista al Concorso Letterario Internazionale "Heritage Sicilia 2013” – Ragusa

2014

_ Finalista e menzione d’onore alla II edizione del Concorso Letterario “Caterina Martinelli” – Roma

_ Primo posto al II concorso internazione di arte e letteratura “Pietro Iadeluca e amici” – Pereto

(AQ)

_ Terzo posto al Concorso letterario biennale internazionale "Pensieri e parole d'Oltrepò" IV

edizione – Torrazza Coste (PV)

_ Finalista e segnalazione alla X ediz. Premio Hombres – Lettopalena (CH)

_ Finalista al Premio Fortunato Pasqualino – V Edizione - Butera

_ Secondo posto al Concorso Letterario Nazionale “Dolce Sole” – Vasto (CH)

_ Finalista al XXVI Ed. Premio “Giuseppe Gioachino Belli” – Roma

_ Finalista al Premio Letterario "Les Cahiers du Troskij Cafè" Ed.2014 - Monterotondo

_ Finalista e Premio Speciale “Omaggio alla cultura” al Premio Letterario “Legere, Scribere, Loqui

in Romae “ - Accademia Internazionale Francesco Petrarca – Roma

2015

_ Secondo Posto alla prima edizione “Premio Alfredo Rampi – Letteratura ed infanzia”- Sezione

“Racconti "Mi rischio tutto - dai 18 ai 99" (presidente di giuria Walter Veltroni).

_ Secondo Posto assoluto nella sezione racconti - XIII Edizione del Premio Letterario Nazionale

“Elvezio Petix” – Casteldaccia.

_ Finalista e Segnalazione al Concorso internazionale di Poesia “Versi d’Agosto” – Vallefiorita

_ Secondo posto al Premio Letterario Città di Siderno - ed.2015

_ Secondo posto al III concorso internazione di arte e letteratura “Pietro Iadeluca e amici” – Pereto

(AQ)

_ Vincitore del “III Premio di Letteratura Italiana Contemporanea” – Sezione Racconti - Roma

_ Terzo posto alla II edizione del Concorso Letterario Nazionale “Dolce Sole” – Vasto (CH)

_ Quinto posto al Concorso letterario “Fantasticamente” - Gutenberg#Lab - Roma

2016

_ Menzione d’onore al Concorso Letterario Nazionale “Poiesis” – Borgetto (PA)

_ Finalista al Concorso Letterario Nazionale “GEA MEA” – Ceglie Messapica (BR)

_ Finalista al III concorso letterario Versi sotto gli irmici – Piaggine (SA)

_ Finalista alla VII Ed. Concorso Letterario Premio V. Asselta - Pomarico (MT)

_ Menzione d’onore al 4° Premio di Arte e Letteratura “Iadeluca” Pereto (AQ)

_ Diploma d’onore al 4° Concorso Letterario Internazionale “Il Picchio” – Città di San Giuliano

Milanese.

_ Primo classificato al 6° Concorso Letterario “Ciak si scrive” – Città di Dresano (MI)

_ Diploma d’onore alla IV° Edizione del Concorso Letterario Internazionale IL PICCHIO città di San

Giuliano Milanese (MI)

_ Premio per la migliore caratterizzazione di genere - Premio Amarganta II edizione

_ Secondo classificato al XIII Premio Letterario Città di Siderno

_ Primo classificato al Premio Letterario Nazionale "Raccontami, o Musa" - Città di Licata -Ed.2016

(Presidente di Giuria Gaetano Savatteri)

 www.paoloantoniomagri.com

 

Intervista

  1.  Cosa è per te la comunicazione?

Ogni mezzo che mi consente di entrare in “risonanza” con i lettori e mi dona l’occasione di accedere alle loro "corde". Comunicazione è tutto ciò che lega e unisce, tutto ciò che innesca lo scambio, scatena un feedback. La comunicazione mediante la scrittura è una sua forma privilegiata perché è capace di raggiungere contemporaneamente sensibilità differenti e riesce a far risuonare simultaneamente diverse frequenze dell’anima. A proposito di comunicazione: chi vuole rimanere in contatto con me può farlo sui social.

  1. Cosa ispira le tue opere?

Qualsiasi input può scatenare la creatività: una sensazione, l’osservazione della realtà, un’immagine, un sogno, un incontro, una discussione, una riflessione, un suono, un cartello, un gesto… Una volta pigiato l’interruttore esplodono le idee e a quel punto bisogna gestirle con tanto lavoro. Una curiosità: il racconto con il quale ho vinto la seconda edizione del Premio Internazionale di letteratura Iadeluca mi è stato ispirato dal profumo di limoni del mio giardino.

  1. Cosa ti motiva nel tuo lavoro? E cosa consigli a chi vuole intraprendere la tua stessa strada?

La scrittura per me non è un lavoro, ma una passione… e le passioni sono quelle cose di cui non puoi fare a meno, altrimenti stai male. Consiglio? Seguire unicamente la propria ispirazione senza tentare di compiacere nessuno. Non intimorirsi di fronte ai mille ostacoli che si presentano sul proprio cammino.  Credere nella favola del proprio sogno. Non accontentarsi, non cercare compromessi e mirare sempre e solo al meglio.

  1. Una domanda che avresti sempre voluto ricevere e perché?

“Quando esce nelle sale il film tratto dal tuo romanzo Soccer Town?”: significherebbe essere riuscito a vendere i diritti cinematografici del mio techno thriller a una Major Hollywoodiana (progetto sul quale sto già lavorando). Intanto – in attesa del film – chi vuole può leggere il romanzo.

Biografia

Dopo aver conseguito brillantemente il diploma in pianoforte (1982) e clavicembalo (1984) e la laurea cum laude in Storia della Musica presso la Facoltà di Lettere e Filosofia di Bologna (DAMS - 1987) ha frequentato, nel 1995, il master in Organizzazione ed Economia dello Spettacolo organizzato dalla LUISS.

Tra il 1981 e il 1987 ha seguito i corsi di Anna Berta Conti, Rinaldo Alessandrini, Harold Lester, Bob van Asperen, Scott Ross e Robert Khonen.

Nel 1988 ha avuto il suo primo incarico di docenza, per l ’ insegnamento di Storia della Musica ed Estetica Musicale presso il Conservatorio “A.Casella” de L’Aquila.

Attualmente è docente di Musicologia Sistematica presso il Conservatorio “L. D’Annunzio” di Pescara.

 Tra il 1985 e il 1998 ha svolto un’intensa attività concertistica (Clavicembalista) sia come solista che come continuista (Nuova Consonanza, Società Aquilana dei Concerti "B.Barattelli”, Istituzione Universitaria dei Concerti, Orchestra da Camera del Gonfalone, Solisti Aquilani, Associazione Clavicembalistica Bolognese, Orchestra da Camera del Centro Italiano di Musica Antica, Festival di Musica Antica di Urbino, Cantiere D'Arte di Montepulciano, Florilegium Musicae, Società del Flauto Dolce di Bologna, Festival dei Castelli Friulani, Istituzione Sinfonica Abruzzese, Orchestra Regionale del Lazio, Fondazione Italiana per la Musica Antica della SIFD, Scuola Popolare di Musica del Testaccio, Accademia Romana Strumentale, Gruppo di Ricerca e Sperimentazione Musicale, Festival di Tolentino, Divertimenti Musicali di Perugia, Ass. Carissimi di Roma, Festival di Villa Giulia di Roma, Camerata di S.Cecilia, Orchestra da camera “Vivaldi” di Mosca…), collaborando con molti solisti (Luigi Mangiocavallo, Claudine Ansermet, Paolo Pollastri, John Tyson, Giuliano Carmignola, Caroline Boersma, Hidemi Suzuki, Alfredo Bernardini, Claudio Rufa….), partecipando a registrazioni radiofoniche (Rai, Radio Vaticana), televisive (Rai 1) e discografiche (San Paolo).  Fin dall’inizio della sua carriera musicale ha applicato i risultati degli approfondimenti musicologici alle prassi esecutive, con particolare attenzione al repertorio tardo rinascimentale, barocco, e preclassico e ha affrontato anche il repertorio contemporaneo.

L’analisi delle fonti dirette sono state le basi per le realizzazioni delle prassi continuistiche che lo hanno portato a collaborare con alcuni tra i più importanti musicisti, affrontando repertori inediti e curando la revisione e la realizzazione di manoscritti di autori quali A. Stradella, A. Scarlatti, B. Marcello e G. Ph. Telemann.

Le ricerche nell’ambito storico e musicologico hanno trovato ulteriori applicazioni in campo didattico: in questo ambito ha focalizzato l’attenzione sullo studio dei meccanismi di attribuzione di significato nelle esperienze di ascolto, attraverso l’analisi della processi di costruzione e condivisione dei codici alla base dei linguaggi e delle strutture musicali.

Questa esperienza si è concretizzata soprattutto negli ultimi venti anni in una serie di conferenza, corsi, seminari, articoli e pubblicazioni on line.

E’ autore di testi radiofonici (“Le città della musica” Rai Isofrequenza – 1991) e, dal 2012, di programmi radiofonici per Radio Vaticana, di testi documentaristici (“Lettera aperta a Francesco Paolo Michetti”, “La fortezzuola di Pietro Canonica” RaiSat Arte - 1999) e teatrali (“Le amorevoli cure” IV Progetto Cenacolo di Francavilla a Mare - 1998, “Pirati” Teatro degli Artisti e Aula Magna Facoltà Valdese di Roma – 1997, “Il dottor Vetrata” Festival di Nuova Consonanza - 2014).

Parallelamente alla carriera di musicista professionista e didatta, si è occupato attivamente, negli ultimi venticinque anni, di politiche culturali specialmente orientate al settore musicale.

Ha partecipato all'ideazione e gestione di decine di eventi collaborando con molte realtà italiane quali, ad esempio, la Società Aquilana dei Concerti, la Fondazione Italiana per la Musica Antica, L'ATAM, Il Festival Internazionale di Musica Antica di Urbino. 

Ha al suo attivo molteplici collaborazioni musicologiche, note di sala e illustrative per società concertistiche e case discografiche, pubblicazioni su riviste, conferenze e seminari, consulenze musicali per la reti televisive e produzioni cinematografiche.

 

Intervista

  • Cosa è la musica per te?

La più straordinaria forma di comunicazione 

  • Quale musicista ti ispira e perché?

Jean Philippe Rameau, perché è stato il musicista che meglio ha mediato tra la sfera cognitiva/razionale e quella emotiva/irrazionale.

  • Cosa suggeriresti a chi vuole intraprendere questo mondo?

Di cambiare paese.

  • Una domanda che avresti sempre voluto ricevere e perché?

Nessuna in particolare

  • Domanda aggiuntiva: Chi è stato Pietro Iadeluca per te?

La persona che è ha avuto il merito di motivarmi a studiare la musica, oltre che il pianoforte.

“Sai chi è il miglior amico di un CulinaryNutritionist? Lo chef”. Con questa frase si presenta Massimo Salvadei, executive Chef AjN de “Le Sequoie”, meravigliosa struttura immersa nel verde delle montagne abruzzesi, con la precisione a Carsoli (AQ), e imbevuta di fascino e atmosfere dai colori unici. Campi sportivi, percorsi nella natura a contatto con la terra (e i suoi prodotti dell’orto di famiglia) e una distesa infinita di cielo, fanno da cornice al grande albergo e all’”Evoluto” ristorante in cui regna il gran sovrano: lo ChefSalvadei.
Formatosi all’Istituto tecnico alberghiero, il nostro chef ha sempre rifiutato il concetto di “persone con scarso interesse per la cultura” attribuito spesso a chi frequenta questo tipo di scuola, e a dimostrarne il contrario è stata sempre la sua sete di conoscenza e di approfondimento delle materie, in particolare della nutrizione e del vantaggio che dal cibo il corpo può ricavare. Ed è quello stesso spropositato interesse per l’aggiornamento continuo che lo ha fatto approdare al Master dell’Art joinsNutrition Academy, dove, diplomatosi a pieni voti è ufficialmente entrato a far parte del firmamento degli Chef AjN.
Amante dei cambiamenti, che ritiene necessari per l’evoluzione di se stessi e della società, dopo l’esperienza con Cucina Evolution, Salvadei ha deciso di SCONVOLGERE la sua professione e di dedicarsi anima e corpo al miglioramento della vita del prossimo, applicando rigorosamente le tecniche apprese al master e trasformando un’intera sala del suo ristorante inSala Evolution, all’interno della quale vengono serviti al pubblico i migliori piatti della tradizione culinaria italiana, Belli, Buoni e arricchiti di Benessere Antiaging.
La cosa che mi ha colpito di più del progetto Cucina Evolution, è la disponibilità di grandi professionisti della scienza e della cucina a confrontarsi tra di loro per raggiungere un obiettivo comune: il Gusto legato al Benessere per il miglioramento della vita della collettività”. Con questa frase, lo Chef Salvadei, si consacra come uno dei futuri docenti del master in CulinaryNutrition dell’Art joinsNutrition Academy per l’area centro sud Italia, e al quale è stata assegnata come sede la splendida struttura del suo Ristorante “Le Sequoie”.

  • Se dovessi rappresentare la tua passione con un piatto con quale la rappresenteresti?

Quando avevo 5 anni mi divertivo con mia madre a fare la pasta fatta in casa, la domenica mattina al rumore del mattarello posato sulla spianatoia balzavo giù dal letto andavo in cucina e l'aiutavo a fare la pasta.

Piano piano quel divertimento è diventata una passione fino a farmi diventare uno Chef.

Quindi se dovessi rappresentare la mia passione con un piatto sarebbe sicuramente un qualsiasi piatto di pasta fatta a mano.

 

  • Cosa ti ispira nella realizzazione di un piatto?

La realizzazione di un piatto può essere legata a innumerevoli fattori: un colore, un odore, una musica, un quadro, un concetto filosofico potremmo andare avanti con milioni di esempi perché in realtà ogni piatto porta con se storie diverse.

Ma se proprio volessi trovare una musa ispiratrice che li possa accomunare tutti, penserei alla mia famiglia.

 

  • Quale suggerimento daresti a chi volesse intraprendere la tua stessa strada?

Per rispondere a questa domanda preferisco avvalermi di una citazione a me molto cara. Con l'augurio che possa essere di stimolo a futuri favolosi chef "Qualunque cosa tu possa fare, o sognare di fare, incomincia.... L'audacia ha in sé genio, potere e magia. Incomincia adesso.... "(cit. J. W. Goethe)

 

Grazie Massimo

Massimo Salvadei, executive Chef AjN de “Le Sequoie”, meravigliosa struttura immersa nel verde delle montagne abruzzesi, con la precisione a Carsoli (AQ), e imbevuta di fascino e atmosfere dai colori unici. Campi sportivi, percorsi nella natura a contatto con la terra (e i suoi prodotti dell’orto di famiglia) e una distesa infinita di cielo, fanno da cornice al grande albergo e all’”Evoluto” ristorante in cui regna il gran sovrano: lo Chef  Salvadei. Formatosi all’Istituto tecnico alberghiero, il nostro chef ha sempre rifiutato il concetto di “persone con scarso interesse per la cultura” attribuito spesso a chi frequenta questo tipo di scuola, e a dimostrarne il contrario è stata sempre la sua sete di conoscenza e di approfondimento delle materie, in particolare della nutrizione e del vantaggio che dal cibo il corpo può ricavare. Ed è quello stesso spropositato interesse per l’aggiornamento continuo che lo ha fatto approdare al Master dell’Art joins Nutrition Academy, dove, diplomatosi a pieni voti è ufficialmente entrato a far parte del firmamento degli Chef AjN. Amante dei cambiamenti, che ritiene necessari per l’evoluzione di se stessi e della società, dopo l’esperienza con Cucina Evolution, Salvadei ha deciso di SCONVOLGERE la sua professione e di dedicarsi anima e corpo al miglioramento della vita del prossimo, applicando rigorosamente le tecniche apprese al master e trasformando un’intera sala del suo ristorante in Sala Evolution, all’interno della quale vengono serviti al pubblico i migliori piatti della tradizione culinaria italiana, Belli, Buoni e arricchiti di Benessere Antiaging. “La cosa che mi ha colpito di più del progetto Cucina Evolution, è la disponibilità di grandi professionisti della scienza e della cucina a confrontarsi tra di loro per raggiungere un obiettivo comune: il Gusto legato al Benessere per il miglioramento della vita della collettività”. Con questa frase, lo Chef Salvadei, si consacra come uno dei futuri docenti del master in Culinary Nutrition dell’Art joins Nutrition Academy per l’area centro sud Italia, e al quale è stata assegnata come sede la splendida struttura del suo Ristorante “Le Sequoie”.

  1. Se dovessi rappresentare la tua passione con un piatto con quale la rappresenteresti? Piano piano quel divertimento è diventata una passione fino a farmi diventare uno Chef. Quindi se dovessi rappresentare la mia passione con un piatto sarebbe sicuramente un qualsiasi piatto di pasta fatta a mano. Quando avevo 5 anni mi divertivo con mia madre a fare la pasta fatta in casa, la domenica mattina al rumore del mattarello posato sulla spianatoia balzavo giù dal letto andavo in cucina e l'aiutavo a fare la pasta.
  2. Cosa ti ispira nella realizzazione di un piatto? Ma se proprio volessi trovare una musa ispiratrice che li possa accomunare tutti, penserei alla mia famigliLa realizzazione di un piatto può essere legata ad innumerevoli fattori: Un colore, un odore, una musica, un quadro, un concetto filosofico potremmo andare avanti con milioni di esempi perché in realtà ogni piatto porta con se storie diverse.
  3. Quale suggerimento daresti a chi volesse intraprendere la tua stessa strada? Per rispondere a questa domanda preferisco avvalermi di una citazione a me molto cara. Con l'augurio che possa essere di stimolo a futuri favolosi chef "Qualunque cosa tu possa fare, o sognare di fare, incomincia.... L'audacia ha in sé genio, potere e magia. Incomincia adesso.... "J. W. Goethe...

Che cosa dire??? Continua così....

Grazie Massimo wink

 

Claudia Piccinno, ​nasce a Lecce nel 1970, ma si trasferisce giovanissima in Lombardia e poi in Emilia Romagna dove attualmente vive. Presente in oltre sessanta raccolte antologiche, già membro di giuria in vari premi letterari a carattere nazionale e internazionale.
Insegnante di ruolo nella scuola primaria, Laurea in “lingue e letterature straniere”.

Ultima opera pubblicata: Ragnatele Cremisi - Edizioni "il cuscino di stelle".

 

  • Cosa è per te la comunicazione?

La comunicazione è un’arte, riuscirci non è semplice e non è detto che avvenga solo verbalmente.

Ci sono circostanze in cui gli sguardi o i movimenti, volontari e involontari, sono di gran lunga più efficaci della parola.

In ogni caso in poesia si ricorre al “verbo” per dar voce a immagini, sentimenti, pensieri,

sì da raggiungere velocemente chi ci legge.

 

  • Cosa ispira le tue opere?

Le mie opere non nascono a tavolino e non hanno mai un filone preciso, le mie raccolte avvengono in base a  criteri cronologici e spesso al loro interno hanno tematiche disparate, ma che riflettono quanto ho vissuto in termini di incontri ed esperienze.

 

  • Cosa ti motiva nel tuo lavoro? E cosa consigli a chi vuole intraprendere la tua stessa strada?

Nel mio lavoro d’insegnante diventa sempre più difficile tener desta la motivazione che è quella di trasmettere alle nuove generazioni, una modalità di pensiero che li supporti nelle scelte future e li tuteli dall’omologazione.

Scuola nella sua derivazione greca significa “libero commento”, pertanto ai contenuti provo ad associare occasioni di ricerca-azione e indagini introspettive, perché il sapere non resti fine a se stesso, ma diventi anche saper essere e saper fare.

A chi vuol fare il mio lavoro suggerisco di limitare l’ansia del programma e di adottare una pedagogia della lumaca, perché il tempo degli apprendimenti nella scuola primaria non è mai lo stesso per tutti i bambini, e ai loro ritmi dovremmo prestare molta attenzione.

 

  • Una domanda che avrei voluto ricevere è la seguente : “Credi possibile l’empatia tra uomo e animale?”

Il perché è forse scontato, io ci credo ed ho un gatto, ho sempre avuto gatti e cani e posso asserire che sanno essere più empatici di molti esseri umani.

Monica Portatadino nasce a Somma Lombardo (VA). Appassionata di scrittura e arte, consegue numerosi riconoscimenti e diplomi in concorsi letterari:

  • Diploma d’Onore “Città di Saravezza (LU)” nel 1996 e nel 1999;
  • Vincitrice 1^ edizione del premio di poesia “Città di Somma” nel 2003;
  • Pubblicazione di opera nell’antologia del Concorso nazionale Poesia “Donna e Novella” nel 2012;
  • Menzione d’Onore al concorso Canto di Primavera di Somma Lombardo 2012.

Pubblicazioni:

  • nel 2014 pubblica il volumetto “Etica Interiore”;
  • nel 2017 pubblica “Dettagli dell’Anima” con le Edizioni “il Cuscino di Stelle”.

 

  1.      Che cosa è per te la comunicazione?

La comunicazione, secondo me consiste nel saper ascoltare il proprio interlocutore, cercando nelle sfumature della voce e negli sguardi la vera essenza, andando oltre ciò che appare. Porsi verso l'altro con semplicità rimanendo fedeli a sé stessi, aprendo il proprio cuore e non solo le orecchie.

  1.      Che cosa ispira le tue opere?

Questa domanda mi viene posta molte volte, forse troppe! Io sono ispirata da tante cose: da una melodia, da un ricordo, da un colore, da un sentimento. Le parole scorrono da sole, a volte sto giorni interi senza scrivere poi... qualcosa scatta, come un impulso irrefrenabile.

  1.      Che cosa ti motiva nel tuo lavoro? E cosa consigli a chi vuole intraprendere la tua stessa strada?

Se per lavoro si intende quello che mi dà uno stipendio fisso...tralascerei di rispondere. Se parliamo del "mestiere di scrivere" mi sospinge la passione, il voler conservare e al tempo stesso condividere delle emozioni. Il desiderio di lasciare una piccola impronta su questa terra sconfinata. Difficile dare un consiglio appropriato, io sono una che non si arrende mai e porta avanti ciò in cui crede. A volte le situazioni poi si evolvono da sole, quando siamo a un bivio il destino decide talvolta per il meglio.

  1. Una domanda che avresti sempre voluto ricevere e perché?

Ricevo talmente tante domande, che non mi viene in mente qualcuna alla quale avrei voluto rispondere!!!! Sono poi una persona molto schiva che non ama parlare di se!!!

 

Grazie Monica e in bocca al lupo per tuo "mestiere di scrivere".

Dario Candela, allievo di Aldo Ciccolini, che lo ha definito pianista eccellente, di alta classe, convincente, brillante, impressionante, l'unico a cui il grande maestro ha consegnato la sua eredità in forma di un appassionante libro edito da Curci. "Conversazioni con Aldo Ciccolini". Dario Candela ha maturato, anche dietro la guida di Sergio Fiorentino e Fausto Zadra, una conoscenza del pianoforte basata sulla grande tradizione napoletana.

Sandro Cappelletto ha scritto di lui: Candela, sfruttando con eleganza, mai in modo gradasso e vanitoso, le risorse timbriche e dinamiche del suo strumento, il pianoforte, sceglie la strada di una sprezzatura gentile e riesce a costruire un incanto.

Suona da solista e in varie formazioni cameristiche collaborando in decine di concerti con i Virtuosi Italiani, i Solisti del San Carlo, Rocco Filippini, Alain Meunier, Antony Pay, Francesco Manara, Luca Signorini, Rita Marcotulli, Eric Porche, Hans Udo Heinzmann e inoltre con Aldo Ciccolini, Bruno Canino e Roberto De Simone, in sedi e enti come il Teatro La Fenice di Venezia, Teatro Mercadante di Napoli, Teatro de la Commedie Francaise di Parigi, Teatro delle Erbe di Milano, Università Bocconi di Milano, Accademia Filarmonica e Dams di Bologna, Teatro Studio Auditorium della musica di Roma, Ass. Scarlatti di Napoli, Società dei Concerti di Milano e dell'Aquila e all'estero: Belgio, Spagna, Grecia, Francia, Germania, Slovenia, Svizzera, Stati Uniti.

Ha inciso per la Phoenix Classic, per Naxos, per Brilliant e per Dynamic l'integrale delle Sonate di Cimarosa considerato dalla rivista tedesca Pianonews "meraviglioso (Schafer)" e salutato dalla critica statunitense come la prima esecuzione che restituisce alle sonate di Cimarosa il loro giusto valore "per fortuna siamo nelle migliori mani del pianista italiano, che suona queste sonate con sensibilità, gentile rubato e bel suono" (Hastings). Ha suonato in diretta per RadioRAI 3, RAI Educational, Radio Svezia e per Radio France ed è stato invitato a partecipare ad emissioni radiofoniche per Radio Classica, Radio Rai 3 Suite, e televisive per Canale 5. Ha ottenuto 5 Primi premi in concorsi pianistici. Premier prix à l'unanimité al Conservatorio Superiore Cortot di Parigi. Ha scritto musica per teatro in Francia (Winter Afternoons - premio alla creazione dal Ministero della Cultura Francese 2001; La Legende des siecles di Victor Hugo, rappresentata al Teatro della Comédie Francaise; Le viceconsul) e in Italia “Erotismo barocco” rappresentato nei teatri La Soffitta-Bologna, La Pergola, Firenze, Nuovo-Napoli). Le sue musiche per Emily L. sono state pubblicate dalle Editions Armiane (Versailles).

Attualmente insegna Musica da Camera al Conservatorio S. Giacomantonio di Cosenza e alterna masterclasses presso l'Accademia Pianistica Napoletana, al fianco di Bruno Canino, con corsi di perfezionamento pianistico al Conservatorio Superiore di Malaga.

Pubblica saggi di musicologia per le Ediz.Scient.Italiane, la LIM, la Fond. Morra, L'Università Federico II e tiene per 3 anni un corso al Conservatorio San Pietro a Majella di Napoli sulla Fisiologia e Didattica pianistica scrivendo un volume sull'argomento intitolato "Il corpo e il suono" edito da Simeoli.

Musicista eclettico, Dario Candela si forma a Napoli (diploma di Pianoforte, diploma di Musica corale - Direzione di coro e diploma di Composizione) quindi in Francia (diploma al Conservatoire Superieur A. Cortot di Parigi) e si laurea in Lettere all'Università "Federico II", vincendo una borsa di ricerca e collaborando per progetti di ricerca musicologica.

E' Direttore della Biblioteca sul Novecento Musicale intitolata a Mario Pilati e fondatore del  Centro Italiano di Musica da Camera per il quale ha organizzato diverse stagioni concertistiche di grande successo. Direttore artistico di PianoCity Napoli per quattro edizioni, nella grande kermesse, che ha avuto un seguito di 35 000 spettatori, ha ricoperto il ruolo di coordinatore della sezione classica, coinvolgendo centinaia di artisti, dai più giovani a professionisti di fama internazionale.

Nel 2007 fonda Il Circolo Artistico  Ensemble che si occupa di riscoprire la musica del Novecento Italiano con il quale svolge intensa attività concertistica, di ricerca e con il quale ha presentato al Teatro di San Carlo di Napoli il quintetto per pianoforte e archi di Mario Pilati.

Ha ideato e promosso il progetto TaranTODAY, volto alla diffusione delle danze del sud Italia rielaborate da compositori contemporanei che ha avuto decine di repliche in Italia e all'estero.

 Cosa è la musica per te?

Il mio lavoro e la mia passione.

  1. Quale compositore  ti ispira e perché?  

Non ho un compositore preferito, molti hanno qualcosa che mi ispira ed è difficile sceglierne solo uno. Inoltre penso che la preferenza dipenda molto dallo stato d'animo in cui ti trovi ed anche dal momento della vita in cui sei. Da ragazzo amavo Chopin, poi è venuto il momento Bach, poi il momento Mozart e così tanti altri.

  1. Cosa suggeriresti a chi vuole intraprendere questo mondo?

Di avere molta tenacia e molta pazienza, di fare scelte molto ponderate sul maestro da seguire, di lavorare sodo ma senza affanno.

  1. Cosa pensi dei concorsi?

Dipende dalla personalità, ci sono pianisti che non sono fatti per i concorsi, altri invece che sono portati per la competizione. In generale ai miei allievi dico che il modo migliore per affrontare un concorso è prenderlo innanzitutto come una verifica del proprio operato, in questo modo si sposta l'attenzione - e la paura - per la giuria, sul proprio giudizio e se non va bene non bisogna farne un dramma. Sono convinto che non si può mai piacere a tutti e in un concorso, dove ci sono cinque o più commissari, è sempre assai difficile che tutti si esprimano all'unanimità.

  1. Una domanda che avresti sempre voluto ricevere e perché?

Ah, certo, una questione più che una domanda, che purtroppo in pochi si pongono. Perché l'attenzione della società contemporanea è così poco rivolta all'arte? (e sottolineo arte). Perché a mio avviso si è travisato nettamente il concetto di arte ed oggi si confonde con troppe varianti quali lo spettacolo, il denaro, l'audience, il patetico, il sociale e così.

Grazie Dario, anche per essere nostro Direttore Artistico della 5a Edizione Internazionale del Concorso Pianistico “Piana del Cavaliere” in memoriam del M° Pietro Iadeluca.